del Servo di Dio don Umberto Terenzi
Fondatore dell'Opera della Madonna del Divino Amore in Roma
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10. IL “PADRE” E LA “MADRE”: IL FONDATORE E LA CONFONDATRICE
Questo capitolo presenta, senza suddividersi in argomenti, la straordinaria vicenda spirituale, emersa dai suoi scritti, della signorina Elena Pieri, la futura Madre Confondatrice. Questa vicenda si coglie con grande evidenza:
○ Nel suo primo incontro con Don Umberto
○ Nella individuazione del primo gruppo delle Figlie
○ Nei suoi colloqui intimi con la Madonna
○ Negli incontri spirituali con Don Umberto, dove affiora la sua delicatezza di coscienza
○ Nel suo grande amore all’Opera nascente presso il Santuario
○ Nella sua lunga sofferenza per seguire la sua vocazione
○ Nel suo importante gemellaggio spirituale con il Padre
○ Nell’effusione della sua maternità spirituale con le prime Figlie e quelle che seguiranno
Prima di passare all’Oblazione mi sembra opportuno parlare di Madre Elena Pieri, ritenuta la “Confondatrice” dell’Opera di Don Umberto. Nata a Roma il 9 agosto 1905 e diplomata all’Istituto Magistrale come insegnante di Scuola Elementare esercita questo lavoro prima alla scuola statale in città e poi al Divino Amore. Conosce il Padre quand’era vicario nella parrocchia di S. Eusebio, dove, come padre spirituale, seguiva un gruppetto di signorine. Ecco come lui ne parla:
Allora io pensavo alle Figlie ed anche ai sacerdoti, che non potevo presumere di aver subito per aiutarmi in questa impresa (quella del Santuario).
Quindi pensavo a quelle collaboratrici della Parrocchia di S. Eusebio, che mi avrebbero seguito in questo lavoro… E vennero fuori dal Cuore della Nostra Madre le Figlie della Madonna. (m 20.08.1957)
Tra queste c’era Elena, come risulta da questo tratto del suo diario in cui parla del suo pellegrinaggio a Lourdes, della sua preghiera all’Immacolata e, per la prima volta, delle “sue” signorine:
Ti rinnovo infine tutte le mie preghiere per tante persone per le quali in questi giorni ti ho supplicato… per tutte e per ognuna, come tu sai, ma specialmente per quelle anime che dovranno consacrarsi a Dio e a te (Franca, Maria, Evelina, Francesca, Antonietta, Elena, e poi tutte, tutte). (dP 31.08.1930)
Figliole, è certo che quest’anno è l’anno della vostra vera nascita nell’amore della Madonna: ed allora, per carità, preparatevi a nascere bene sulle braccia di questa Madre Divina. Perché questa è una nascita speciale, in cui vi meritate di nascere Figlie della Madonna quando essa vede che siete già grandi nel suo amore. Fate presto, ecco il vostro pensiero dominante, fate presto ad andare incontro ai suoi desideri, lavorate nell’animo vostro, affinché presto diventi tutto suo nel vero senso della parola. Figlie care, in questo momento vi tengo tutte qui sull’altare di Gesù; vi vedo con Lui una ad una, potrei dire ad ognuna la sua parola perché seguendola meriti di essere presto scelta da Gesù per figlia della Madre sua. Mie buone Figliole, siate più buone, non negate nulla alla Madonnina vostra e così, io con Gesù, su questo altare stesso vi offro a lei per sempre! (lett 31.12.1933)
Dopo qualche anno queste giovani vanno ad abitare presso il Santuario:
In questa casa, chiamata “Casa Madonna”, abitavano le nostre prime signo-rine, non ancora Suore, con mia mamma e mio papà. (m 06.10.1966)
Il gruppetto aumenta e si struttura per diventare più tardi una Congregazione di diritto pontificio. Elena ne diventa la Madre generale fino al 1985.
Dopo questi particolari biografici entriamo nel cuore di Madre Elena, servendoci di alcuni passaggi dei suoi scritti, che rivelano la sua spiritualità ma anche il gemellaggio spirituale della sua anima con quella di Don Umberto. Nella storia della Chiesa è noto questo tipo di rapporto complementare fra uomini e donne di grande elevatura cristiana. Basterebbe ricordare i Santi Benedetto e Scolastica, Francesco e Chiara, Vincenzo de’ Paoli e Luisa di Marillac e tanti altri.
L’indugiare sulle pagine del diario manoscritto di Elena ha pure lo scopo di rilevare la saggezza e l’efficacia della direzione spirituale del Padre, trentenne e poco più, nei riguardi di quelle signorine e in modo particolare della stessa Elena. Simili avvenimenti non si spiegano se non attraverso la luce proveniente dall’Alto per far scoprire a Don Umberto le prime linee fondamentali del Carisma, che condividerà con la sua Figlia spirituale e che perpetuerà nel suo gemellaggio spirituale con lei. Questo permetterà alla futura Madre di immergersi talmente in quel Carisma da diventarne, accanto al Fondatore, la prima testimone vivente e la Confondatrice della sua Opera.
I tratti del diario, che verranno citati, risalgono al 1930 e rivelano una signorina di 25 anni (cinque meno di Don Umberto). Tutta disponibile alla volontà di Dio e innamorata della Madonna. Alla quale si affida completamente anche per trovare la forza di staccarsi dalla sua famiglia che non condivideva il suo desiderio di consacrarsi perpetuamente al servizio della Madonna del Divino Amore. Leggiamo alcuni tratti:
Gli avvenimenti di questo giorno hanno sconvolto l’animo mio facendomi rientrare in me stessa e meditare un po’ sul mio spirito. La S.ta Messa alla quale ho assistito, le parole che ho ascoltato hanno talmente preso l’anima mia che è stata una vera grazia se ho potuto resistere sino alla fine. Vergine Santa, Mammina mia, Tu mi fai sentire il tuo amore e quello di Gesù in un modo infinito; ma sento altresì che Tu altro vuoi da me. Fammi comprendere la tua volontà, o Madonnina cara, e concedimi tanta forza d’animo in modo che la mia debolezza non contrasti i tuoi desideri. (dM 01.11.1930)
Ed ancora:
Mamma mia cara! Ecco il nome che ho sovente, sempre sulle labbra e nel cuore, pensando a Te, Vergine benedetta. Ho sentito spesso nel passato la tua protezione, il tuo aiuto, ma da un certo tempo Tu non sei soltanto la Mamma buona da invocare nei momenti del periglio, del dubbio, del dolore, ma sei Colei che palpita, che vive nell’anima mia, per te io opero ed agisco. Oh! Vergine Santa in questi momenti di preparazione, più che mai illuminami, infiammami e fa che la mia offerta sia completa, perfetta, grata al tuo cuore. Perché piango? Tu lo sai, o Mamma mia, il mio desiderio di amarti è infinito e quest’amore fa che sia accompagnato dall’isolamento del cuore dalle creature, dal distacco dell’anima da tutti gli affetti, anche i più santi, per inabissarsi unicamente nella tua. Vergine santa ottienimi quanto ti chiedo; fa che, con uno strappo alla volta, io possa in ispirito separarmi da quanto e da quanti mi circondano. Da sola, nulla posso! Aiutami e zoppicando comincerò a muovere i primi passi. E’ tale la gioia di quanto sto per fare che non mi sembra ancor vero: fa, o Mamma, che per quel giorno io ti offra con tutta me stessa anche i fiori del sacrificio e della rinuncia. (dM 24.11.1930)
Segue una frase breve, ma di grande intensità spirituale che manifesta in Elena il desiderio di essere tutta mariana:
Per Te, con Te, in Te, oggi e sempre, Mamma buona! Grazie per i doni infiniti di questi giorni; sono tua, o Vergine Santa, fa di me quello che vuoi. Con gaudio immenso accetto la Tua Volontà, che è quella di Gesù. Voglio essere tua schiava d’amore. (dM 04.12.1930)
NB Anche Don Umberto a 21 anni aveva fatto la stessa dichiarazione alla Madonna, già riportata precedentemente in questo libro, ma che vale la pena rileggere: “Mamma buona, mi dono completamente in qualità di schiavo perpetuo, intendendo d’ora in poi di non essere più mio, ma tutto tuo: dai più piccoli pensieri alle più grandi opere. Tutto in me e di me è tuo, te lo dono, fanne quello che vuoi.In compenso ti chiedo soltanto di amarti, di amarti tanto. Non annullare mai questa mia perfetta donazione a te!(dP 23.09.1921)
Madre Elena, quando nel suo diario parla del Padre, lo cita usando le abbreviazioni R.P.o P. Per praticità di lettura le iniziali saranno sostituite con “Reverendo Padre” o “Padre”. Ed anche “V.” sarà sostituito da “Voto”.
Il giorno precedente la sua consacrazione Elena scrive alla sua Confidente abituale, con sentimenti pieni di riconoscenza per lei e per il Padre:
Come farò, o Mamma cara, a contraccambiare il Tuo amore col mio sì tanto debole, così tenue? Ma Tu, o Vergine santa, rafforzalo, infiammalo e fa che si trasformi in olocausto santo e perenne. Quanti doni in questi giorni! Sento la Tua grazia inondarmi l’anima, sento la Tua voce soave e potente ad un tempo esprimere la Tua volontà, il Tuo amore per me. Sento una gioia infinita, un gaudio immenso nell’attesa del grande giorno in cui sarò tutta Tua per sempre, dedicando a Te la mia vita per l’Opera che Tu sai. Ho inteso, è vero, in questi ultimi giorni un certo affievolirsi del grande desiderio che, (per attimi) mi ha fatto pensare: ma sarà questa veramente la volontà di Dio e della Vergine? Riuscirò o verrò meno lungo il cammino? Ho subito pensato essere questa la voce del demonio che cerca di lavorare in questo momento più che mai.
Le parole in proposito del Reverendo Padre, di ieri sera, mi fecero assai bene. Ancora di più quelle di stasera: dovrò prepararmi alla rinuncia di ogni consolazione, alla sofferenza, al dolore e tutto accettare per amor Tuo, o Mamma buona. Quanta consolazione, quanta pace e quanta dolce emozione nel pensare che da due o tre anni il Reverendo Padre ebbe l’intuizione che la Madonna mi avrebbe tratto a sé e che il 28 agosto egli mi offrì a lei.
Il Crocefisso donatomi, con le due date memorabili scolpite nel mio cuore (28 agosto - 8 dicembre) mi ricorderà il Voto, la promessa e l’offerta compiuta, e mi farà pregare sempre per Colui al quale, dopo Gesù e la Vergine, debbo il bene della mia anima e quindi infinita e profonda riconoscenza, affetto santo e filiale. (dM 06.12.1930)
La Domenica 7 dicembre 1930 il Padre appunta, quasi telegraficamente, nel suo diario:
Le consacrazioni a Gesù, per le mani dell’Immacolata, di anime buone: Elena, Antonietta, Adelaide, Assunta, Maria, Evelina … per gli scopi del Santuario del Divino Amore. (dP 07.12.1930)
Lasciamo di nuovo la penna ad Elena che rinnova il suo grazie al Padre, al quale si sente sempre più unita:
Eccomi tua, o Vergine Santa, fa di me quello che vuoi. La gioia di oggi è inesprimibile, sento che incomincia per me una nuova vita e vado incontro a questa con slancio e con grande vivo desiderio. La Mamma buona, che con tanto affetto mi ama, mi aiuta e mi guida. Quindi di che temere? Con vero gaudio ho pronunciato il secondo Voto: amarti sempre, abbandonarmi in Te sempre, compiere tutto per amor tuo, soffrire tutto per amor Tuo, farti amare. Che cosa v’è di più grande e di più sublime? Come farò a ricompensare tanta grazia? Pensaci Tu, o Vergine buona; i miei sentimenti di gratitudine che ho espressi a Te e al caro Gesù sono nulla, Tu avvalorali e fa che trasformino l’essere mio e la vita mia. Grazie ancora al Buon Padre per il quale le mie preghiere non mancheranno mai. In questi giorni più che mai ho sentito un vincolo santo che mi univa al suo spirito nell’ardente desiderio della maggior gloria di Dio e della Madonna e della reciproca santificazione. (dM 08.12.1930)
Il Padre consacra nuovamente alla Madonna l’anima di Elena:
Stamane S. Messa alla piccola Chiesa del Divino Amore. Il Reverendo Padre nel Santo Sacrificio ha consacrato l’anima mia alla Madonna del Divino Amore. Vergine Santa, quanti doni, quante grazie! Aiutami a corrispondervi con un amore santo e ardente, con slanci di vera fede, con opere di zelo e di sacrificio. La mia giaculatoria, datami dal Reverendo Padre, è “Vergine Immacolata, Madre del Divino Amore, fateci santi!”. (dM 10.12.1930)
Gli zuccherini di Dio non durano a lungo:
La mia consacrazione deve essere completa e perfetta. Il Reverendo Padre mi ha detto che manca ancora qualche cosa e ciò mi dà un po’ di timore. Gesù mio, Mamma mia tentenno, non perché non desidero dare tutto alla Madonna: sono sua, lo sento e lo sento fortemente, ma, conoscendo la mia fragilità in proposito, temo poi di mancare. Quanta incertezza! Che viltà! Quanta mancanza di corrispondenza! Ma se è la voce di Gesù che si fa sentire, se è il cuore della cara Mamma che manifesta il suo desiderio, scuotiti Elena, e rispondi con slancio! (dM 10.12.1930)
Le parole del Padre travagliano il cuore di Elena:
Dopo una notte insonne trascorsa meditando e pensando, ancora incertezza. Le parole del Reverendo Padre: “Desidererei che tu compissi anche questo, del resto se hai timore, non è un Voto” mi hanno fatto subito decidere, e con gioia ho compiuto quanto la Madonna mi ha chiesto.
La Regina dei cuori, dinanzi alla quale il Reverendo Padre ha celebrato il Sacrificio, prepari e disponga tutto secondo la sua Volontà. E’ impossibile descrivere a parole quanta serenità è scesa poi nel mio cuore, una tranquillità impareggiabile. (dM 15.12.1030)
Elena, più entra nello spirito del Padre, più avverte che egli dovrà continuare a soffrire:
Il Reverendo Padre ha celebrato al Santuario la prima Messa e le sue parole vibranti d’amore per la nostra Madonnina hanno scosso e fatto palpitare molti cuori. Quale e quanto sarà il bene ch’egli potrà fare e farà indubbiamente! Quanto maggiori, profonde e intime saranno le lotte, che dovrà sostenere, e più numerose e grandi saranno le sofferenze, altrettanto immense e belle saranno le opere che la Madonna farà fiorire per mezzo di lui. (dM 04.01.1931)
Anche per lei ci sono le croci:
Mammina mia, è vero, le lacrime sgorgano, ma è il pianto dell’anima sempre fiduciosa che ti ama oggi di un amore più infinito, più tenero, perché in tutte le vicende vede sempre il segno infallibile della Tua volontà e del Tuo amore. Magnifico, sublime il pensiero: “Ogni benedizione si fa con il segno della croce”. (dM 16.01.1931)
E soffre anche per il Padre, perché i due sono già legati da un amore soprannaturale che li porta a condividere profondamente le gioie e le pene:
O Gesù, o Mammina cara, voi conoscete l’intimo tormento dell’anima mia. Quanti contrasti, quanti avvenimenti (segreti), dolorosi in questi giorni! Soffro tanto, non posso nasconderlo a Voi. Però mi sento a Voi più vicina, più intimamente unita. “Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.” Questo pensiero mi dà tanta forza e consolazione. In questo tempo di assenza del Padre pregherò tanto per la sua santificazione e per la sua salute; voglio essere forte: Mamma cara, aiutami ad eseguire quanto mi è stato detto e a non vacillare mai. Tu mi guiderai ed io con amore infinito e con fiducia piena mi abbandonerò sul Tuo Cuore. (dM 12.03.1931)
NB Per capire meglio questo passaggio ci viene in aiuto il diario del Padre: "Il 13 gennaio il Card. Marchetti Selvaggiani mi dice che è meglio che io mi ritiri dall’Opera".
(Dopo la morte del suo parroco, Mons Giovanni Antonelli (01.02.1931) Don Umberto si era ammalato ed era stato ricoverato in clinica dove ci rimase dall’8 al 27 di febbraio.)
Questa sera, per combinazione, so da Elena Pieri che mons. Dottarelli è stato nominato parroco a S. Eusebio e che il 19 prenderà possesso… e io non ne sapevo nulla! Quante cose… anche un po’ amare, in questi giorni!
(dP 10.03.1931)
(Dal 13 al 27 marzo Don Umberto deve riposarsi dalle suore di S. Carlo a Frascati.)
Dopo la tempesta il bel tempo. E’ la festa dell’Annunciazione. La Madonna giunge con il suo regalo:
L’Annunciazione del 25 marzo 1931. Data memorabile da scolpirsi nel cuore come apportatrice di pace e di serenità, mentre gli spiriti erano oppressi dal peso di grandi e numerose rinunce. Sei sempre Tu, o Vergine Santa, la dispensatrice di grazie benefiche e salutari, la Madre amorosa e tenera che appaga i desideri santi dei Figli. Nel giorno stesso in cui Tu, Mamma cara, ricevesti il celeste annuncio che Ti faceva Madre e nel tempo stesso la Corredentrice del genere umano, hai voluto portare ai nostri poveri cuori una nuova che ha riempito le nostre anime di gaudio infinito e d’amore immenso per Te. Stasera ho appreso che il Padre andrà nel luogo (al Divino Amore) che ha formato l’aspirazione santa del suo cuore, nel luogo che gli è costato tanti sacrifici, tante fatiche, tanti intimi dolori, nel luogo santo che ha costituito l’oggetto di preghiere, di mortificazioni, di sacrifici di tante anime. Quanto è grande ed intimo il gaudio del mio spirito, quanta commozione invade l’anima mia! (dM 25.03.1931)
Ritornano le nuvole. Madre Elena confessa di non riuscire a dialogare con la sua mamma contraria alla sua vocazione:
Gesù mio, cara Mamma, quanto sono lontana dalla dritta via. Io, che forse in certi momenti, pretendo di essere a buon punto nella vita spirituale, non so compiere nessun sacrificio, non so frenare l’impulso malvagio della volontà cattiva, non so essere paziente, calma, non so rinunciare alle cose più sante per amore delle medesime. Quanto sono stata cattiva con mamma oggi! Non saper superare me stessa mi avvilisce tanto. Madonnina mia, sorreggimi, aiutami a rialzarmi, a lavorare un po’ sul serio sull’anima mia… Ho cominciato da stasera a compiere una piccola rinuncia in obbedienza ai voleri di mia madre. Povera mamma, ha bisogno di sentirci più vicine a sé. E questo devo volerlo anche a costo di sacrificare le soddisfazioni più sante. (dM 28.03.1931)
Il sole riappare. Il Santuario, dal quale Elena non si sarebbe mai allontanata (“Non vorrei più staccarmi da Te, vorrei trascorrere ore ed ore a guardarti” dM 05.07.1931), cominciava ad essere frequentato da molti pellegrini, da lei considerati “le anime semplici” della Madonna:
Nella visita al Santuario in un giorno di pellegrinaggio, sono rimasta veramente sbalordita nell’ammirare il movimento straordinario di pellegrini, che pieni di fede grande e di amore ancora più grande si succedono senza interruzione invocando la Madonna con i più dolci nomi, cantando con tutta l’anima le sue lodi e chiedendole e strappandole a viva forza le grazie. Che dire del momento ineffabile in cui ho ricevuto Gesù, certo dalle mani della Vergine Immacolata, Madre del Divino Amore? Grazie, o buona Mammina, per quegli istanti così soavi e così santi. Quando li godo, che cosa sono tutte le aridità, tutte le rinunce, tutti i sacrifici, tutte le mortificazioni, che talora provano lo spirito? Vergine cara, mantieni per sempre nell’anima mia i sentimenti di santa umiltà, che Tu possedesti in misura di grande perfezione affinché mi senta sempre al disotto, ma molto al disotto delle anime più semplici. (dM 17.05.1931)
Elena sente sempre di più come propria l’Opera del Padre e tutte le difficoltà che essa può incontrare. Per eliminarle è pronta a soffrire:
L’incomprensione fra anime sante, fra anime vittime di Gesù, fra i medesimi apostoli suoi mi fa tanto male, mi dà tanta sofferenza. O Mammina buona, Tu non puoi sopportare tanta indifferenza, tanta freddezza tra i tuoi figli, il Tuo Cuore soffre per questo, ma concedi la serenità degli spiriti, la concordia. Se vuoi, a questo fine, manda a me delle croci ma che tutto ritorni come prima. Sia fatta però sempre la volontà del tuo Figlio Diletto. (dM 30.05.1931)
Elena è giunta ad un momento molto difficile della sua vocazione…
L’anima mia non trovava più pace, perché era combattuta tra il desiderio immenso di darsi pienamente e completamente alla Madonna e le grandi difficoltà della famiglia, ossia di mamma. Povera mamma il cui affetto per me è addirittura incommensurabile. Stasera tutto sembra caduto, sembra fallita ogni speranza, dico sembra, perché mi pare di sentire nel cuore tanta fiducia. Quella stessa fiducia di cui era pieno l’animo del Padre stasera, mentre con le lacrime agli occhi mi ripeteva le parole negative dell’Em.mo Cardinale.
(dM 12.11.1932)
Tuttavia il Padre è sicuro che Elena potrà seguire la sua vocazione, per cui non teme di delineare la caratteristica spirituale delle sue future suore ed anche di alcune opere:
Fin da oggi, sono formate, quasi ufficialmente, le Figlie della Madonna. Quindi grande deve essere il vostro abbandono, ma anche il vostro amore. Dimenticate quanto vi circonda, spogliate il vostro cuore di tutto per riempirlo solo di Dio, siate sempre serene di quella serenità che è emanazione della vita divina che palpita in voi. Non siete schiave della Madonna, ma Figlie, non dovete essere vittime, ma dovete amarla, farla amare e soffrire per lei secondo il voto che due anni fa abbiamo fatto e che in questi giorni rinnoveremo solennemente.
Il Padre è sicuro della nostra vocazione e, pur conoscendo le nostre particolari, individuali difficoltà, è certo che queste si appianeranno per volere della Madonna, per cui ci ha tracciato il nostro programma di vita: amore scambievole nei nostri rapporti, dolcezza, sopportare, compatire i nostri difetti, aiutarci in tutto e poi tacere, pregare, patire, adorare.
Quali sono le opere che faremo al Santuario? Il Cottolengo (secondo quanto disse Don Orione), gli ammalati più incurabili, più poveri, quelli dai quali non possiamo aspettarci nulla, nemmeno la riconoscenza, anzi il disprezzo, i rifiuti della società, i vecchi, gli abbandonati. Nulla dovremo avere, se vogliamo avere tutto da Dio. Dobbiamo andare avanti nell’ora presente, senza preoccupazione del domani, perché la Provvidenza non mancherà e poi essere pronte a tutto, fare tutto e non tralasciare mai la preghiera.
(dM 01.02.1933)
Vale forse la pena di continuare a “pascolare” nel diario di Madre Elena? Credo proprio di sì. Il bello deve ancora venire. Va detto subito che il Padre ha un potere tonificante su di lei e sul suo cuore in pena:
Signore, tu sai quello che avevo nell’animo stasera e conosci le mie incertezze di questi giorni alla considerazione di tante miserie che affliggono il mio spirito. Ma stasera dopo il breve parlare del Padre nulla ho potuto, nulla ho saputo dire. Le sue parole vibranti d’amore per la Madonna, i suoi pensieri di assoluta certezza sulla mia anima, la fiducia nella mia cooperazione e poi non so un desiderio grande di bene e d’amore, infiammato dalle sue parole, mi riempiono il cuore ogni qualvolta mi sento turbata. E tutte le ombre scompaiono, rischiarate da una luce immensa che rinvigorisce e riscalda.
Signore, Madonna mia, le parole di stasera le custodirò nel segreto del mio cuore come prezioso tesoro; sento che, fissandole, perderebbero di valore e di bellezza. Qualcosa di grande sta forse per avvenire al Santuario. Tutto si avvera e viene presto alla luce. (dM 15.03.1933)
Oggi, dopo aver pregato insieme (io, Maria, Francesca, Adelaide) nella cara cappella di Regina dei Cuori, abbiamo ascoltato queste parole ardenti del Padre:
“Rinnovate domani i vostri voti e fate quello di ubbidienza alla Madonna; ricevete lo Spirito Santo che è spirito di amore, di bontà. Ricorderete la Pentecoste di quest’anno; attendete con fiducia, purificate, migliorate le anime vostre nel silenzio e nel raccoglimento del Cenacolo. Non vi muovete, verrà lo Spirito, soffierà, muoverà, sconvolgerà e, come per incanto, vi troverete sulla strada lungamente e ardentemente desiderata”. (dM 03.06.1933)
In seguito ad alcune riflessioni del Padre, Elena si sente indegna del suo compito e scrive:
Gesù mio, Madonna mia, se io sono d’ostacolo e d’inciampo a tante opere per il vostro Santuario, per la mia viltà, per le mie miserie, ispirate il Padre; io, con grande emozione ma anche con tutta sincerità, vi dico: toglietemi di mezzo in qualche modo… (dM 12.06.1933)
Elena non sarà tolta di mezzo. Il Padre la vuole con sé. Si intravede già il gemellaggio spirituale fra i due:
“Pur sentendo quest’ansia febbrile di realizzare quanto Dio mi ha ispirato, ansia che non mi fa riposare, che mi fa correre, lavorare senza posa, che mi fa versare tante lacrime, ho nel mio cuore tanta pace, tanta fiducia…
Sento che per le nostre opere dovrò lavorare, ammazzarmi, andare in giro, predicare senza compensi, dare tutto per amore. Così anche voi! Anche tu Elena, sarai sempre unita all’anima mia per compiere tanto bene. Non senza un perché il Signore ti ha dato a me e ci ha uniti con vincoli grandi di affetto in Lui e nella Vergine nostra. Noi siamo un po’ i genitori delle altre anime a noi affidate. Desidero che tu sia tale, lo sarai, lo spero. C’è per te un punto oscuro di cui non vedi e non vedo io stesso il passaggio: la Madonna costruirà quando vorrà il ponte che dovrai valicare: abbi fede, abbi coraggio, siimi unita come sempre.” (dM 18.08.1933 - S. Elena)
Ed ora lasciamo parlare il diario di Don Umberto:
13 maggio 1935. Oggi 52° anniversario della incoronazione della Madonna del Divino Amore. Messa cantata solenne nella mattina. Penso che alla Madonna mia, nella corona di Figlie che voglio crearle, manca una gemma… e deve venire: Elena. (dP 13.05.1935)
Mercoledì 30 ottobre 1935. In un colloquio avuto a casa Pieri con la madre di Elena per circa due ore (dalle 17,15 alle 19,30), dopo due anni circa di lotta e di rotte comunicazioni, ho perorato la sua causa perché la madre la lasci libera di seguire la sua vocazione del Divino Amore. Con gran dolore ho ottenuto che essa, pur non dando esplicito consenso, la lascerà fare. E così Elena fin da ieri è restata alla Casa della Madonna. Sebbene con gran dolore della madre che non sa rinunziare alla figlia, essa comincerà a vivere alla Casa della Madonna e a dirigerla per esserne la vera Fondatrice, speriamo anche santa. (dP 30.10.1935)
Di riscontro Elena scrive:
Il ponte è stato costruito, le difficoltà sormontate. Sono al Santuario, a Casa Madonna. Grazie, Madonnina mia, non mi sembra vero! (dM ottobre 1935)
Ma prima di queste sue parole, altre sono state da lei scritte un anno prima, dalle quali sgorga limpida la sua “maternità” spirituale per le sue sorelle:
Sorelle carissime,
domani è l’Assunta: festa grande della Madonna e quindi festa grande anche per noi. Dovrei e vorrei dirvi molte cose, molto più vorrei che dovrei. Ma voi, con l’intuito della Carità di Gesù, con la penetrazione propria dei Figli della Madonna, leggete nel mio cuore e prendete quanto vi appartiene e tutto quello che vorrebbe esprimervi e non può. Amatevi, amiamoci con la forza e nel tempo stesso con la delicatezza intima e profonda con le quali Gesù avvicinava, univa e amava le anime di lui dilette. (lett 14.08.1934)
Un anno dopo, di ritorno da Alleghe (BL) con il Padre, annota:
I luoghi santi, che insieme abbiamo visitato, ci ispirino l’unico, il vero, il sostanziale, il sublime amore di Dio e ci facciano comprendere che la santità vera sta nella sottomissione piena, completa, serena alla volontà di Dio, nell’obbedienza perfetta, nell’accettare con gioia le umiliazioni. Cerchiamo in tutte le vicende, che attraversiamo, di infondere in noi quello spirito di santa tranquillità, che forma veramente i santi… Mostriamo per quanto è possibile il viso sorridente a tutti, interessiamoci delle sofferenze altrui, prendiamone parte, non restringiamo la nostra opera in un cerchio limitato, se vogliamo che tutti guardino a noi con benevolenza. Abbiamo in questo un esempio mirabile nel Padre. (lett 18.07.1935)
Il Padre è in viaggio sul treno Roma - Napoli - Palermo per visitare il fratello Alfredo. Approfitta per scrivere ad Elena per il suo onomastico una lettera di cui viene qui riportata una parte che tratteggia come dovrà essere il suo comportamento di prima responsabile delle suore. Dovrà essere “madre”, perché la “maternità” spirituale fa parte del suo Carisma:
Ecco, cara Elena, perché, nel Divino Amore santo, seguo tanto la tua anima e vorrei già che fosse arrivata là dove vedo che devi arrivare. Il mio augurio è proprio questo: che S. Elena, madre di Costantino da lei convertito, ti ottenga sempre più lo spirito di maternità, di forte maternità, ma nello stesso tempo di soave, intima, penetrante maternità. Credilo Elena, io voglio fare di te una madre per le Figlie della Madonna, e una madre santa. Governa con la mente poggiata sul cuore e cospargi la fermezza della mente con la soavità del cuore. (lett 17.08.1936)
Qualche mese dopo Elena, sentendosi incapace di essere “madre”, parla con il Padre. Tra le spine del dolore sboccia la rosa del gemellaggio spirituale:
Avvilita, oppressa per quanto è accaduto (scontro di caratteri!) in questi giorni a Casa Madonna, stamane manifestavo i miei pensieri al Padre, anche lui addolorato quanto mai. E poiché gli facevo la proposta di chiamare qualche altra a dirigere la Casa Madonna… Il Padre, dopo aver pensato un po’, mi ha esortato ad accettare generosamente la mia missione e a prendere serenamente la croce che inevitabilmente l’accompagna. Anzi mi ha detto di unirmi a lui in questa missione, di essere come la sposa allo sposo, e davanti al Crocifisso, anzi con il Crocifisso sul petto, abbiamo promesso di unirci sempre più e, come Padre e Madre, di prendere con gioia la Croce che viene data dai Figli medesimi. Poi il Padre in ginocchio ha baciato e ha voluto che io baciassi il letto della povera mamma, (già deceduta), affinché dal Cielo ci benedicesse. (dM 05.12.1936)
Don Umberto precisa sempre meglio il ruolo che essa dovrà coprire nell’Opera. Per questo i due dichiarano a Dio la loro unità e da questa rifiorisce il gemellaggio spirituale:
Stasera il Padre, più amabilmente del solito, dopo la confessione mi ha trattenuta in chiesa e con parole infuocate d’amore mi ha esortato ancora una volta ad essere madre, madre delle nostre Figlie, madre dei bambinetti, madre dei sacerdoti. Mi aveva prima fatto leggere in camera i suoi appunti nei quali era scritto il colloquio col Cardinale durante gli esercizi dei parroci, gli ultimi avvenimenti di Casa Madonna e il dispiacere provato per la mia mancanza di corrispondenza nei giorni passati e per la mia ostinazione nel volermi esimere dall’incarico a me dato. Proprio vicino all’altare della Madonna il Padre ha promesso e ha fatto promettere anche a me: abbiamo fatto il voto di non lasciare mai la Madonna fintantoché non ci cacceranno via a forza e di essere peggio degli stracci nelle mani di Dio. Come tali ci siamo distesi ai piedi dell’Altare e abbiamo pregato. Il Padre mi ha benedetto e mi ha chiesto la promessa di unirmi sempre di più a lui in questo lavoro arduo, pieno di spine e di responsabilità.
(dM 30.01.1937)
Il Padre conosce bene la sua Figlia spirituale, le sue qualità ed anche i suoi difetti come pure quelli delle sue consorelle. Le affida la responsabilità di Direttrice. Conosce bene anche la sua tendenza ad esercitare l’autorità in maniera piuttosto fredda e dura. Per questo si permette di darle dei consigli preziosi:
Stasera il Padre mi ha intrattenuto in santo colloquio personale; mi ha parlato della mia missione spirituale; ha ancora ripetuto che sono fredda, senza energia, senza entusiasmo. Ha apertamente manifestato, come sempre, il carattere e i difetti di ciascuna delle mie sorelle e mi ha dimostrato che ciascuna di esse va seguita in modo particolare. Anche i santi hanno accettato e si sono sottomessi alla rudezza dei modi, alla severità dei Superiori, ma certamente più volentieri alla loro mitezza e alla loro dolcezza.
E un altro pensiero fondamentale, che debbo tenere sempre presente, è questo: non io ho scelto questa via, ma il Signore, nonostante la mia nullità mi ha chiamato ad assolvere questo compito. (dM 02.02.1937)
Qui termina il Diario “giovanile” di Madre Elena. Il Padre l’ha preparata ad accompagnarlo nella sua santa avventura, trasmettendole il suo Carisma di Fondatore dell’Opera della Madonna del Divino Amore. Il quale penetra nel suo cuore e dà ben presto i suoi frutti, evidenti nella sua intensa maternità spirituale, come si può desumere, a mo’ di esempio, da qualche frase estrapolata da due sue lettere, inviate alle Figlie nel 1941:
So che state preparando una bella festa: brave! (l’Immacolata). Fate che molti si avvicinino all’Altare in quel giorno, che ricevano Gesù, forza e sostegno delle anime; parlate ai piccoli, alle giovani, ai grandi, se potete, della Madonna, della sua bellezza e bontà, del suo amore infinito per noi.
Pregate, sorelle e Figlie carissime, e ricordate che questo è periodo di prova per la nostra Opera nascente, per la nostra Congregazione. Che la Madonna ci aiuti a superarla nel modo più santo e ce la volga a nostro merito al fine di raggiungere, quando Dio vorrà, la nostra meta prefissa. Ve lo chiedo con tutta l’anima, come solo lo può chiedere una madre ai suoi figli, in quel giorno grande e significativo per noi tutte, pregate in modo particolarissimo per me, non vi sembri ciò un’eccessiva pretesa, Dio sa perché vi parlo in tal modo. Pregate ch’io sia meno indegna possibile del compito che il Signore mi ha affidato e che io possa fare davvero qualche cosa di buono nel vasto campo di apostolato che mi circonda. Pregate per me in questo momento difficilissimo, che io ne esca fuori bene e santamente soprattutto, lasciando le scorie che talvolta vorrebbero intaccare la nostra fragile natura. (lett 04.12.1941)
La vigilia di Natale dello stesso anno Elena si sente più che mai “madre”:
Siete lontane, ma più vicine delle Figliole che sono qui, perché i Figli lontani sono sempre l’oggetto delle maggiori sollecitudini. Nella notte santa stringe-tevi al mio cuore e a quello del Padre per formare un’unica fiamma di carità che deve ardere dinanzi alla culla di Gesù Bambino; rinnoviamo i nostri propositi di vita migliore, di perfezione e umiliamoci per la nostra debolezza e nullità. Vi stringo in un unico abbraccio. Ave Maria… Suor Maria Elena.
(lett 24.12.1941)
Anche dopo la sua sostituzione alla guida di tutta la Congregazione nel 1985 ella vigila attentamente sull’Opera e si sente sempre, come una madre, accanto ad ognuna e a tutte le sue Figlie:
Sono lieta di potermi trattenere con voi attraverso questo scritto; credetemi, mai come ora mi sento unita a tutte e a ciascuna, leggo con la mente e col cuore nella vostra anima e cerco di seguirvi nel vostro lavoro, nelle vostre quotidiane difficoltà o conquiste. Il lavoro, che sto compiendo, mi fa rivivere nel ricordo un lungo passato di vicende, avvenimenti, soddisfazioni, pene, vittorie, sconfitte, gioie nelle quali la figura del Padre emerge come colui che tutto ha superato, perché ha sempre creduto, perché soprattutto ha tanto amato… Negli scritti leggo più volte il suo anelito, il suo sogno che la Madonna abbia intorno a sé anime che con riflessioni e preghiere le facciano come una corte d’amore, realizzando così la prima parte del nostro voto. Chissà se sempre tutte, anche stando lontano, facciamo parte di questa corona di stelle vive, luminose, ispirate, infervorate del Divino Amore.
(lett circ 25.03.1986)
Dopo queste citazioni e tenendo presente il lungo periodo di collaborazione tra il Padre e la Madre si può esprimere la loro complementarietà con queste parole di suor Maria Germana Repetti, vissuta accanto al Padre gli ultimi vent’anni della sua vita:
“L’emotività e la molta voglia di fare del Padre erano equilibrate dalla riflessione e dalla calma della Madre”. (26.12.2001)
Parole che si possono tradurre con un’immagine dinamica: i due formavano un unico tandem con due ruote e due selle, ma con un solo manubrio guidato dal Padre, che quando voleva correre troppo forte, trovava nella Madre la persona che lo frenava. Hanno corso insieme per più di quarant’anni.
E’ molto bello terminare queste pagine con la dedica di Don Umberto ad Elena, la sua Figlia prediletta, scritta di sua mano prima della pubblicazione del primo Bollettino del Santuario, in cui rivela la Madonna nelle caratte-ristiche già presentate nel capitolo precedente e corrispondenti alle linee ispiratrici del suo Carisma:
A te, mia buona Elena, io dedico e dono questo mio scritto che domani mattina andrà in macchina per il vagheggiato numero unico.
A te lo lessi per prima, appena tornato dall’eremo dei Camaldolesi, dove l’avevo steso tutto di seguito, inginocchiato avanti alla nostra dolce Madonnina.
Con te, si può dire, lo concepii e lo formulai in quasi tre anni, nei nostri ragionamenti spirituali di Dio e della Vergine Immacolata.
Con te, più che con ogni altra anima, pretendo dividerne il sentimento, perché più da vicino tu possa seguire lo spirito della Madonna del Divino Amore.
Da te aspetto la corrispondenza più grande a queste righe tracciate dal cuore in lagrime… per tanti motivi.
Da te aspetto l’apostolato grande per la nostra Madonna, la diffusione rapida del suo Divino Amore.
Per te io prego sempre affinché la tua fede non vacilli, il tuo santo amore per la Vergine s’infiammi e consumi ogni difficoltà al tuo cammino. E ti benedico, vegliando. (mn 24.08.1933, ore 24)
36 anni prima della morte di Madre Elena e a qualche mese prima della propria il Padre aveva detto di lei:
La missione della vostra Madre è una missione del tutto speciale, fatta di generazione in generazione, ma tutta sotto questo aspetto: Madre Elena da molti anni ormai considera l’Opera della Madonna come Figlia sua. E ogni Figlia che cresce, ogni membro che si rinnova, non fa meraviglia a lei; perché questo si rinnoverà ancora chissà quanto durante la sua vita e chissà quanto ancora di più dopo la sua morte. Lei dal Paradiso vedrà aumentare questa figliolanza! E’ una missione divina! E’ una missione divina, come la missione divina della Madonna. (m 18.08.1973)
Madre Elena, consumata dall’età e dall’amore alla Madonna e all’Opera, raggiunse il Padre, i Figli e le Figlie, già in Paradiso, alle primissime ore di mercoledì 27 ottobre 1999.
CARISMA E SPIRITUALITA' DEL SERVO DI DIO DON UMBERTO TERENZI
Fondatore dell'Opera della Madonna del Divino Amore in Roma
A cura di don Omar Giorgio Dal Pos, O.F.M.D.A
Edizioni SEGNO
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