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Il libro, cui premetto le seguenti considerazioni, � una biografia di rilevante interesse, ascetico-pastorale e storico-ecclesiale, per conoscere la figura e l'opera di Don Umberto Terenzi.. Vi si scoprono anche note poco conosciute, aspetti singolari della personalit� del Rettore Parroco del Santuario della Madonna del Divino Amore.
L'autore non si nasconde le difficolt� e sa anche affrontare i problemi sorti a seguito delle iniziative religiose e pastorali che Don Umberto prendeva per valorizzare il Santuario e potenziarlo con istituzioni collaterali e con fondazioni di Istituti di vita consacrata e di formazione sacerdotale. Non si � neppure nascosto, il nostro Autore, il problema - se cos� possiamo dirlo - dei rapporti che Don Umberto Terenzi ebbe con Padre Pio, con Don Orione, Don Calabria, ed altri insigni personaggi del suo tempo. E va subito detto che il libro si caratterizza prevalentemente per le "annotazioni storiche" sia sulle vicende del Santuario del Divino Amore sia sul suo primo Rettore. E sotto questo profilo il lavoro del R Benito Framarin, OMI, � certamente ben documentato e sar� indubbiamente una fonte preziosa, in futuro per quanti vorranno approfondire l'intera vicenda dell'opera che fu tanto a cuore a Don Umberto. Anche l'inquadramento paesaggistico e socio-ambientale, curato con diligente ricerca e precisi riferimenti, aiuta comprendere nel suo pi� genuino significato la specialit� dell'opera che Don Umberto portava nel cuore e cercava giorno dopo giorno di realizzare conformemente al disegno che portava impresso nel suo animo di prete romano affezionato e devoto del Papa e della Madonna. Ed a me sembra che se vogliamo cogliere nel pi� profondo delle sue ispirazioni e delle sue intenzioni l'autentico sacerdote romano, primo Rettore del Santuario del Divino Amore, dobbiamo scavare nel cuore "papale" e "mariano" di Don Umberto. Il Vicario di Cristo e la Madre di Cristo, il Vescovo di Roma e la Madonna a Roma venerata; la Basilica del Principe degli Apostoli e il Santuario del Divino Amore; il ministero petrino e il ministero mariano. Per questi due poli batteva il cuore di Don Terenzi. Con il Papa e con la Vergine procedeva il suo cammino di apostolo evangelizzatore di quell'agro romano che si andava sempre pi� allargando e che sempre pi� assumeva nella fervida azione pastorale del primo Rettore le dimensioni dell'Urbe, sede del Vicario di Cristo e per ci� stesso anche santuario privilegiato della Madre del Signore. La stima e la paterna considerazione che soprattutto Pio XII aveva per Don Umberto non va minimizzata ne vista sola mente in una semplice prospettiva o dimensione umana. Si trattava, a mio avviso, di una soprannaturale comunione di fede e di carit�, arricchita dallo Spirito Santo con i suoi doni; che spingeva il Pastore supremo e l'umile devoto di Maria ad innalzare da Roma un inno, un santuario, un movimento che aiutasse il centro della cattolicit� a ben comprendere che Papa e Maria sono inscindibili nella storia della citt� eterna, perch� sede del Vicario di Cristo che cos� ha voluto la sua Chiesa. Roma non deve essere vista solo come sede del Papato, ma del Papa con Maria, che aiuta il ministero petrino nelle vie dell'evangelizzazione e della guida pastorale della Chiesa. Di questo binomio, cos� intenso, troviamo un'espressione gi� nell'antichit�, quando sul colle Esquilino fu eretta la Basilica - la prima in Occidente - dedicata alla Salus Populi Romani. Forse in seguito non si ebbero sufficienti circostanze o favorevoli iniziative per far crescere nella fede e nella devozione la soprannaturalit� di tal sublime binomio. Ma se accanto al munus petrinum non sappiamo cogliere la presenza materna dell'ufficio della Madre di Ges�, che a Pietro ed ai suoi Successori affid� la Chiesa perch� nel Vicario di Cristo ci fosse il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell'unit� della fede e della comunione (cfr. Lumen Gentium, n.l8), rischiamo di non penetrare nell'essenza e nella verit� piena del progetto di Dio che, volendo redimere l'uomo, inser� nel mistero di Cristo e della Chiesa la Beata Vergine Maria (Lumen Gentium, n.52). Don Umberto, con passione d'apostolo in piena comunione con il Papa e nel cuore un grande ardore mariano, zel� per il Santuario della Madonna del Divino Amore, al supremo scopo di far rilucere nel volto di quella Roma, onde anche
Cristo � Romano, insieme alla luce del primato apostolico, il fulgore della santit� di Maria. Roma-Cristo, luce di verit� della fede, risplendente nel volto del successore di Pietro, Maria, amore materno che assiste il Papa. Il Santuario, strumento che il Divino Amore vivifica per la crescita del popolo cristiano nell'amore al Papa e a Maria. Don Umberto � qui, in questi due amori; li sente, vive per essi e li desidera palpitanti nella Roma centro della cristianit�. La sua opera ha questa orientazione, � finalizzata a questo scopo, che vuole rendere visibile e testimone all'Italia e al mondo.
La ricerca della spiritualit� di Don Terenzi sar� fruttuosase condotta in tale direziono. Il Santuario fu realmente la sua
"Casa" e la Madonna fu "proprio un amore", il suo amore;ma non lo si comprenderebbe bene se la casa non la si vedesse come la casa del Papa e la Madonna unita nell'amore del Papa. Lui abitava nell'unica casa e coltivava l'unico amore, con il Papa per Maria! Alla morte di Pio XII, prima del Conclave, Don Umberto cos� scrisse ai Cardinali Ottaviani e Ruffini: "Invocazioni alla Madre del Signore all'apertura dei lavori del Conclave, per un suo intervento sul Divino Amore, come awenne al cenacolo. Assistenza della Madre del Signore perl'elezione di un sommo pontefice: santo (cio� di alto livellospirituale), pastore (cio� intensamente dedito al ministeropastorale delle anime), energico (cio� che guardi dritto, soltanto alla maggior gloria di Dio e alla salvezza delle anime;alla organizzazione della Chiesa), mariano (cio� che riconosce ufficialmente in Maria SS. ma - dato che cos� Dio ha voluto - la mediatrice universale e necessaria di tutte le grazie, lanecessit� del suo intervento per la salvezza nostra, da un sicuro e tremendo naufragio e per il trionfo del suo cuore immacolato: cio� del suo Amore, la necessaria e indispensabile
premessa per l'avvento di Dio sulla terra". In questa luce la piena conoscenza del prete romano che dal Beato R Pio, dal Beato Don Orione e dal Santo Don Calabria apprese fulgidi insegnamenti di santit�.
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