Sulla parete di fondo dell’aula ecclesiale è
rappresentato il mondo dell’uomo, schiavo del
peccato, incapace di trovare da solo la via della
salvezza. In questa storia di fatica dell’uomo, per
liberarsi dal peso di un destino di morte, si aprono
squarci di luce: è la voce di Dio che si manifesta
attraverso i suoi profeti, è il primo annuncio della speranza.
La grande vetrata di sinistra, per chi si rivolge
all’altare, è il canto della redenzione.
Le ombre, per l’umanità intera, si interrompono
per lasciare campo all’azzurro. Il cielo è
sceso sulla terra e colora di luce l’universo intero.
Tutto ha inizio con il saluto dell’Angelo
Gabriele a Maria, scandito in lettere di puro cristallo
in un tenero germogliare di vita: la creazione rinasce a vita nuova.
Presso l’altare la celebrazione della incarnazione
con il concepimento di Gesù nel grembo verginale di Maria Santissima per opera
dello Spirito Santo.
Nella vetrata di destra, la gloria di Dio rifulge
in Gesù. Il monogramma cristologico sigla
l’esplosione di luce del grande disco solare, che
si sprigiona e si propaga con potenza intorno, in
un grande alone luminoso, fugando definitivamente
le tenebre del peccato, rappresentato
dagli ultimi lembi di viola.
E’ il compimento della promessa:
“Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e
nell’ombra della morte” (Lc 1, 78-79).
Sopra i due portali d’ingresso al Santuario vi
è il canto allo Spirito Santo, rappresentato come
vento e fuoco.
In entrambe le vetrate è costantemente
presente Maria: sul portale che si apre a valle
è raffigurata come stella del mattino: colpita dai
raggi del sole nelle prime ore antimeridiane,
rifulge, accarezzata dalle anse del vento dello
Spirito.
Nella vetrata del portale, da cui si accede al
sagrato a monte, è raffigurata come candida
luna, umile ancella del Signore.
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